I diritti del lettore del mio blog

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2. Il diritto di non leggere i miei post
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4. Il diritto di leggere a voce alta i miei post
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6. Il diritto di divulgare il contenuto dei miei post
7. Il diritto a farvi gli affari miei
8. Il diritto di essere d'accordo con me
9. Il diritto di non essere d'accordo con me
10. Il diritto di stare zitti

(Tributo a D. Pennac)



giovedì 25 novembre 2010

Dire, fare, baciare, lettera e testamento


Dire: ci sono parole. Parole dette in un certo modo. Parole che hanno un certo significato che riescono a colpirci. Riescono ad insegnarci qualcosa, ad incuriosirci, a farci sorridere, a farci piangere...Muovono qualcosa dentro di noi se sappiamo davvero ascoltarle.

Fare: vediamo, a volte, compiere ad altri azioni che ci sembrano grandiose. Che ci fanno sentire così dannatamente piccoli, così incapaci di fare lo stesso...E vediamo altri invece fare cose orribili e noi restiamo comunque incapaci di "fare" qualcosa.

Baciare: le emozioni, in grado di smuovere montagne, di spostare orizzonti, di ridisegnare la propria vita. La musica, l'arte, la bellezza ci "baciano" ogni giorno. Ascoltiamole, lasciamo che ci facciano vibrare l'anima.

Lettera: libri, scritti, saggi, pamphlet, operette e opere buffe. Non crediamo a chi dice: "Non ci sono parole per esprimere quello che sento". Le parole ci sono sempre, basta solo trovarle. E per trovarle bisogna cercarle, leggere, leggere tanto, leggere qualunque cosa. Perchè credo profondamente che ci siano libri che abbiano cambiato la storia. Anche solo la mia storia.

Testamento: l'eredità. L'eredità che lasceremo a chi ci succederà. E speriamo che sia solo il meglio tra parole, azioni, emozioni e scritti.


domenica 14 novembre 2010

Imprenditore ucciso a Lauria - Potenza

Questi i titoli dei telegiornali.
Questi i titoli dei quotidiani locali.
Questi i titoli delle agenzie di stampa.

Ma la telefonata di mia mamma, sua cugina, stamattina è stata: "Hanno ucciso Pino".
Perchè "Giuseppe Forastiero, 50 anni" era Pino, Pinuccio, per tutti.

Pino era un imprenditore.
Un'uomo che è partito dalla bottega della mamma, che ha lavorato notte e giorno per far crescere quella bottega e farla diventare un grande supermercato con il servizio di pasticceria migliore di tutta la zona.
Aperto fino a tarda sera, la domenica, a Pasqua e a Natale.
Se avevi bisogno di un vassoio di mignon, tra i più buoni di tutta la zona, andavi "da Pino a Pecorone".

Pino era marito.
Ha sposato una donna sempre ironica e acuta che ti strappava il sorriso mentre imbustavi di fretta la spesa.
Quando le chiedevamo di Pino, ci diceva che era di là, nell'ufficio.
No, non disturbarlo, ce lo saluti tu.

Pino era papà.
Ha un figlio ora adolescente di cui si lamentava perchè non voleva studiare, come tutti i genitori.
Adesso dovrà affrontare la vita senza una delle persone più importanti nella vita di tutti.
Senza il "tranquillo, siam qui noi".

Tutto questo per l'incasso di una giornata di un supermercato.
E l'incasso di una giornata non vale una vita.
Niente vale come la vita.

Ciao Pino.




mercoledì 10 novembre 2010

TEMA: Descrivi il tuo ultimo colloquio di lavoro

Svolgimento

Il mio ultimo colloquio di lavoro si è svolto per una posizione nella segreteria tecnico-organizzativa di una galleria d'arte a Bologna.
Dopo aver chiacchierato amabilmente con il direttore artistico della galleria, una ragazza sui 35 anni la quale mi ha anche riconosciuto un notevole curriculum, passo al colloquio con la proprietà.
Un ragazzo, sulla quarantina, capello lunghetto, occhialini con montatura scura, camicia col bavero alzato, jeans.
Uno stronzo, ma uno stronzo che in confronto Lex Luthor sembra un'educatrice di asilo nido.
Forse voleva scaricare un po' di frustrazione, forse la sua vita è così patetica che ha bisogno di sentirsi in gamba con chi ha meno (apparentemente) esperienza di lui.
Ma vediamone i passaggi fondamentali.

Esperienza:
"Noi abbiamo bisogno di persone che abbiano almeno 3-4 anni di esperienza presso altre gallerie o presso musei".
Non ha proprio letto il mio curriculum? Perchè mi ha chiamato pur non essendo interessato?
"In ogni caso cerchiamo anche figure senza esperienza da introdurre in stage non retribuito per un periodo che va dai 4 ai 6 mesi".
Faccio presente che lavoro dai primi anni di università, che mi sono laureata nel 2007 e da allora lavoro nel mio settore, presso agenzie di comunicazione o servizi (Comune, Ospedale ecc.). Farei fatica a lavorare 6 mesi gratis.
"Gli stagisti per l'azienda sono un costo, l'azienda non ci guadagna nulla prima che diventino operativi".
Mi scusi allora lei o è poco informato su come funzionano gli stage (normalmente si affidano agli stagisti le mansioni più basse, più semplici e, per dirla tutta, quelle che nessuno in azienda vuole fare) oppure è un pessimo imprenditore: perchè un'azienda dovrebbe prendere uno stagista se non ne ricava nulla? O lo fa per formare giovane leve da mandare nel mondo come ambasciatori della bellezza e dell'arte? Com'è buono lei...

Formazione:
"Ma il lavoro in galleria è molto diverso: non è come presso un'agenzia qualunque che non c'è bisogno di sapere nè come nè perchè, qui bisogna avere un minimo di conoscenza".
Lo interrompo, forse anche bruscamente, dicendogli che non esiste nessuna professione al mondo dove non si sappia come e perchè si lavora: dal muratore al dirigente quadro, dall'idraulico all'infermiere specializzato. Ogni lavoro ha le sue specificità e le sue competenze professionali.
"Non lo dica a me, io a 25 anni già gestivo la mia agenzia di comunicazione".
Capito, sei un figlio di papà con la minestra pronta. "Amore, cosa vuoi per il tuo quarto di secolo?" "Non lo so papà, vorrei fare un viaggio a Cape Horn oppure mi apriresti un'agenzia di pubblicità?" "Tutto quello che vuoi, figlio mio".
"Ma lei, a parte queste due mostre che ha organizzato non ha conoscenza tecniche, non è come un DAMS o un Storia dell'arte, poi qui noi trattiamo artisti contemporanei, artisti viventi".
Sebbene il mio percorso accademico non sia stato improntato all'arte, sono sicura di poter sopperire con la mia conoscenza personale, con la mia passione. Studio e continuerò a studiare arte perchè mi piace, perchè è bellezza e cultura. Se posso permettermi, i libri di storia dell'arte non arrivano certo ad approfondire l'arte contemporanea e men che meno gli artisti viventi. Tomi e tomi sull'impressionismo ma pochissimo (o al massimo un esamino da tre crediti) sugli artisti viventi. E poi io non ho mai detto di voler fare il critico, voglio occuparmi di comunicazione, di ufficio stampa e di segreteria organizzativa.
"Ma qui abbiamo a che fare con istituzioni, con musei...Non con prodotti come pannolini o caramelle come nelle agenzie di pubblicità".
Ho lavorato presso il Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, presso il Comune di Forlì e nella mia ultima esperienza con il CUR (non so se lei lo conosce, è il Consorzio Universitario di Rovigo), con la provincia di Rovigo, con la Guardia di Finanza, con i Carabinieri, Vigili del Fuoco e mi fermo qui, avrei bisogno di un attimo per ricordarli tutti. Possono sufficientemente essere considerate istituzioni secondo i suoi parametri?

Contratto e prospettive future:
"Lei quindi sarebbe disposta a fare uno stage presso di noi?".
Sicuramente sono disposta a fare un periodo di prova affiancato ad un'adeguata formazione. Per un periodo molto lungo, faccio veramente fatica a non percepire nulla.
"Ma guardi che gli stage funzionano così".
Ho fatto diversi stage nella mia vita, fino a 4 anni fa, non c'era una retribuzione vera e propria ma c'era un rimborso spese. Con l'ultimo, nel 2007, percepivo 500 euro mensili.
"Sicuramente un'anomalia...".
No, l'anomalia è sfruttare lavoro non pagato, soprattutto da una risorsa che non ha bisogno di stage ma che ha già una conoscenza base del lavoro.
"In ogni caso dopo il periodo di stage noi facciamo contratti a progetto".
Non sono previsti almeno contratti di apprendistato?
"Signorina, ci ha presi per l'albero della cuccagna?".
No vi ho preso esattamente per quello che siete: morti di fame.

Saluti:
"Spero di essere stato abbastanza chiaro...".
Uh, lo è stato, eccome se lo è stato...

"Signorina, uscendo attenzione con il casco alle opere".
Non si preoccupi, so che il casco starebbe meglio se sbattuto con forza sul suo bel nasino mentre gli schizzi di sangue misti ai suoi denti, preferibilmente frontali, andassero ad impreziosire le opere esposte.

Cordialmente.




martedì 2 novembre 2010

Un inaspettato raggio di sole

Ed eccomi qui.
Mi ritrovo alla finestra della cucina a contemplare un inaspettato raggio di sole dopo tre giorni di pioggia.
I miei sono in viaggio, Eugenio è a lavoro.

In quest'appartamento poco fuori porta che con quattro persone sembrava piccolissimo e adesso (pur rimanendo piccolissimo) sembra così vuoto.

Mi ritrovo a pensare che per un uomo di cinquantatré anni è impensabile rifare la valigia e andare a lavorare a milletrecento chilometri da casa perchè al sud non c'è nulla.
Che a cinquant'anni bisognerebbe iniziare a godere i frutti di venti o trenta anni di lavoro.
Che è questo l'ordine del mondo, è così che dovrebbero andare le cose.

Mi ritrovo a pensare all'e-mail della mia collega con la quale ho lavorato solo pochi mesi che mi ringrazia per essere una persona speciale.
Perchè se sono così speciale come lei dice è solo grazie ai miei genitori.

Mi hanno dato la possibilità di essere la persona che sono, hanno accettato e assecondato ogni mia scelta, anche se papà voleva che diventassi un avvocato, meglio, un notaio.
E ancora ora, dopo le mie crisi professionali/esistenziali, mi dicono che posso fare quello che voglio, che loro mi supporteranno in ogni cosa io voglia scegliere.

Mi ritrovo a pensare a tutto l'amore che c'è nel gesto "Ti dobbiamo lasciare qualcosa di soldi?" ogni volta che partono.

A volte la vita è ingiusta.
Tutti i bambini meritano una famiglia come la mia, due genitori che dopo trent'anni di matrimonio si danno ancora il bacio della buonanotte, che con una figlia di ventotto anni dicano: "Non aver paura di fare un mutuo, ti aiutiamo noi".

E' bello addormentarsi la sera sapendo di avere sempre loro.
Sempre.