I diritti del lettore del mio blog

1. Il diritto di leggere i miei post
2. Il diritto di non leggere i miei post
3. Il diritto di rileggere i miei post
4. Il diritto di leggere a voce alta i miei post
5. Il diritto di leggere a voce bassa i miei post
6. Il diritto di divulgare il contenuto dei miei post
7. Il diritto a farvi gli affari miei
8. Il diritto di essere d'accordo con me
9. Il diritto di non essere d'accordo con me
10. Il diritto di stare zitti

(Tributo a D. Pennac)



mercoledì 23 dicembre 2009

Mentre penso che...

E mentre Bologna è 11 gradi sotto zero e altro che clima natalizio...

Mentre i negozi vengono assaltati da gente temporaneamente (si spera) impazzita...

Mentre l'artista di strada sotto l'ufficio continua a suonare jingle bells con la tromba che adesso ha davvero trapanato gli zebedei...

Mentre i contratti non si rinnovano, panettoni non se ne vedono e rimaniamo aperti anche la vigilia di Natale, altro che premio produzione o 13esima...

Mentre nonostante abbia un pensiero per tutti e lo abbia già comprato con idee chiare e dirette mi manca sempre quello più difficile, quello per il mio patato...

Mentre rimango 27 minuti al telefono con i nonni tedeschi del mio patato a parlare di quanto in Germania un tempo facesse molto più freddo capendo solo doichland e fveddo ia...

Mentre rimango al telefono solo 10 minuti con mia madre parlando del roastbeef con gli asparagi per il pranzo di Natale...

Penso che tutto sommato non va malaccio...

Che vorrei qualcosa di diverso nella mia vita professionale o almeno un po' più di riconoscimenti ma per fortuna ho la sfera personale che compensa abbondantemente le costanti delusioni lavorative...

Che se il Natale è la festa per eccellenza degli affetti, non sono poi messa così male...
Famiglia, amici e persone nuove dalle quali ricevo costantemente stima e affetto...

Che ok, ho messo su 4 chili e le feste di certo non mi aiuteranno a scenderli, ma va bene così...
Non mi sembra di aver mai dichiarato di voler fare la velina...
E sarebbe bello se lo pensassimo sempre più spesso noi "cicciottose"...

Che forse il pensiero a quello che non ho ogni tanto bussa ma passa veloce guardando invece a quello che ho...


Accanto a me.


venerdì 20 novembre 2009

Abbattere il sistema

Lunedì: Flash Forward
Martedì: Californication
Mercoledì: Chi ha incastrato Peter Pan?
Giovedì: Il mostro di Firenze
Venerdì: I liceali

C'è qualcosa, che non va....E non è una questione di copertina sul divano...



venerdì 13 novembre 2009

E' per me...

E' per me che a volte piove a giugno
E' per me il sorriso degli umani
E' per me un'aranciata fresca
E' per me lo scodinzolo dei cani
E' per me il colore delle foglie
la forma strana della nuvole
E' per me il succo delle mele
E' per me il rosso delle fragole
E' per me ogni cosa che c'è ninna na ninna e...



Quanto vorrei che fosse davvero per me...



giovedì 5 novembre 2009

Thursday Next

Piove.
E' scoppiato così all'improvviso, tutto d'un tratto, nel giro di qualche minuto.
E appena in tempo per rientrare a casa.

Il letto, la coperta, qualche pagina dell'ultimo libro di uno dei miei autori preferiti, la sensazione di benessere, l'equilibrio.
Un equilibrio costruito negli anni e ancora fragilissimo.

E poi il freddo, i termosifoni ancora accesi, l'odore di casa, la voglia di accendersi una sigaretta, forse la musica, domani in ufficio, poi il weekend, il saldo sul conto corrente, le ultime notizie da Repubblica, e Berlusconi, la Lega, Strasburgo, i libri-spot di Vespa e Marrazzo, poi i vicini che girano le chiavi nella porta accanto, la tv accesa di là, la posizione scomoda sul letto, la sensazione di aver mangiato troppo, la voce di Eugenio amore vieni di qua, e un sorriso che si apre, la sveglia per domani mattina, alzo e scuoto la testa.....

Resta nei libri, Thursday, ripensaci. La realtà è ampiamente sopravvalutata.



venerdì 2 ottobre 2009

Cio-Cio-San


E se non volessi più essere una moderna Madama Butterfly o una Penelope o quell'altra deficiente di Violetta?
Se le smettessi di aspettare alla finestra?
Da questo maledetto colle non si alzerà nessun fil di fumo...
Quel pirla di Alfredo non manderà tutto all'aria per me...
Ulisse prima di tornare a casa avrà fatto il giro di tutte le Calipso e di tutte le Circe del pianeta...

Se le nostre eroine diventassero Miranda del "Diavolo veste Prada" o Samantha di "Sex and City"?
Se per una volta anch'io facessi un bel colpo di testa?
Se per una volta smettessi di essere cosí tranquilla, seria, affidabile e disponibile?

Il problema è che tutte le case sono piene di finestre...
Che il filo si può comprare in qualunque merceria...
E che la tisi è dietro l'angolo...

domenica 27 settembre 2009

Golden Moments


No, non è un promo del famoso sito che regala "esperienze".

E' che nella vita di ognuno c'è il famoso periodo "Devo pensare un po' a me stesso".
Chi lo affronta prima, chi dopo...
Chi a 20 anni, chi a 40.
Ma arriva, arriva per tutti.
E arriva anche più volte nella vita.

Nei momenti di cambiamento o nei momenti di monotonia.

Sta a noi capire il grado di intesità di questo bisogno.
Chi ha bisogno di starsene da solo, chi ha bisogno di condividere, chi non si pone il problema, chi cambia vita e apre un bar sulle spiagge del Messico.

Sta solo a noi capire il grado di intensità.


domenica 20 settembre 2009

Just Married

Tutti. O quasi.

Perchè la gente si sposa?
A volte mi guardo intorno e mi dico che il matrimonio è qualcosa che avviene per spezzare un po' la monotia di coppia.
O peggio perchè è ora.

Come un figlio o un cane.
Ci si annoia e allora o si fa un figlio o si prende un cane.
E posso anche capirlo a 35 anni, a 40 anni.
Hai viaggiato, hai fatto le tue esperienze, ti senti abbastanza maturo da occuparti di qualcun'altro al di fuori di te stesso, la domenica pomeriggio la Ventura ti annoia o all'IKEA c'è troppa gente.
E allora coccoli qualcuno, ti preoccupi che abbia mangiato, che abbia fatto la cacca o che stia facendo i compiti.

Ma a 27 anni no.
O almeno: non perchè è ora, non perchè non c'è alternativa, non perchè ci si annoia.

A 27 anni si se lo senti davvero, se dopo aver convissuto ti accorgi che potresti passare la vita con uno che lascia sistematicamente la tavoletta del water alzata senza soffrire di gastrite, se sai che bene o male, alti e bassi, ci passerai la vita comunque perchè non ne puoi fare a meno, perchè sai che al mondo non c'è nessun altro in grado di dirti la mattina appena alzata con il rivolo di saliva incrostato e gli occhi gonfi alla Tyson: "Dio amore quanto sei bella".

E poi, sta storia del "giorno più bello della propria vita".

Possibile che quella giornata sul lago o quella giornata in montagna o il giorno in cui mentre lui dormiva lo hai truccato e hai riso di lui tutto il tempo o il giorno in cui ti sei ubriacata con le amiche e hai passato tutto il tempo ad abbracciarle e a dire: "Vi voglio bene ragazze" o la giornata in cui avevi pianificato di andare al mare invece diluvia e rimani a casa insieme a lui a rincorrervi e ad imitare i wrestler sul letto...
Beh possibile che non contino più nulla?

Possibile che un abito bianco e tutta la gente con gli occhi fissi su di te bastino per farci pensare che sia il giorno più bello della nostra vita?

Scusate, che vita di merda.


sabato 5 settembre 2009

...

Io non sbaglio mai.

E quando sbaglio, non è dipeso da me.

E se sbaglio ed è dipeso da me, c'è stata una ragione per la quale io ho sbagliato.

Dunque, ho ragione anche quando sbaglio.



venerdì 4 settembre 2009

A 27 anni...

A 27 anni ho scoperto di avere ben 9 capelli bianchi in testa...
Che ho la cellulite in posti dove non avrei mai immaginato potesse esserci...
Che ho due rughe di espressione proprio intorno alle labbra...
Che rido davvero troppo per avere tutte queste zampe di gallina...
Che se bevo troppo una sera e rincaso tardi il giorno dopo sto davvero male...
Che se salto la mia tisana dopocena, mi blocco...
Che la pasta contiene carboidrati e i carboidrati fanno ingrassare...
Che se metto su due chili, può scendere anche la madonna che tanto non li butto giù...

A 27 anni ho scoperto cosa significa non chiudere occhio di notte a causa del lavoro...
Che non posso più andare in ufficio con le converse...
Che se porto i tacchi alti non solo i clienti ma anche le commesse nei negozi sembrano più gentili...
Che "portarsi a casa il lavoro" non significa tornare a casa con una cartella alta quanto un umpa lumpa...
Che 9/10 ore di lavoro mi lasciano ancora la voglia di andare a bere qualcosa...
Che un cliente arrabbiato non rimarrà così per sempre...

A 27 anni ho capito che ci sono i momenti brutti nella vita di una persona...
Ma che poi passano...

A 27 anni ho capito che si può amare davvero una persona...
Che è sano dopo 3 anni di convivenza lavarsi i denti e sistemarsi un po' se senti la macchina giù in cortile...
Che va bene se russa tutta la notte, tanto gliela farai pagare domani mattina con l'aspirapolvere...
Che è normale che lui voglia vedere film d'azione e tu grey's anatomy, tanto poi finisce sempre che lui registrerà le puntate del telefilm e tu cercherai un film d'azione quando lui non c'è...
Che trovare i suoi calzini come sempre ai piedi del letto, deve farti sorridere non farti arrabbiare...
Che ci si può far coinvolgere in un suo progetto, che ci si può appassionare alle sue passioni, che si può tentare di capire cosa prova...

A 27 anni ho capito che...
Ma non era a 30 anni che si diventava adulti?


martedì 11 agosto 2009

...allora come spieghi

questa maledetta nostalgia...

venerdì 19 giugno 2009

Summertime

Sono arrivate le cicale.
Era da tanto che le aspettavo.
Tornavo dall'ufficio e tutte le sere e nonostante il vento africano sentivo che mancava qualcosa.
Mancavano le cicale del parco vicino.
E se ne sentiva davvero la mancanza.
Oibò, siamo a fine giugno e ancora niente cicale?
Era davvero molto strano.
Ma eccole, frinire spensierate e allegre.

E come nella famosa favoletta, se loro non fanno niente e cantano beate, perchè noi dovremmo romperci la schiena in ufficio?


mercoledì 22 aprile 2009


L'Earth Day.
Nato per sensibilizzare le popolazioni e dalla condotta rovinosa del genere umano, dalla consapevolezza che si può sempre fare qualcosa.

E se si può obiettare (anche con cognizione di causa) che la Terra ha da sempre attraversato momenti di grandi rivoluzioni naturali (le glaciazioni, l'estinzione dei dinosauri e mille e ancora mille altre specie), è vero altresì che le nostre auto, la nostra plastica riciclata, i nostri elettrodomestici in standby e il nostro corretto smaltimento dei rifiuti potranno certamente allungare il momento in cui il genere umano si estinguerà a causa dei venti a 50 gradi che si scateneranno sulla superficie terrestre.

E se si può ipotizzare che se ci sono state le glaciazioni può esser vero che ci sarà un momento in cui farà così caldo da non consentire la vita sulla Terra, è vero altresì che gli inceneritori, le immissioni di gas di scarico nell'aria da parte delle industrie e (nel nostro piccolo) le televisioni e i frigoriferi lasciati accanto ai bidoni dell'immondizia non aiuteranno certo a far si che questo non accada.

E se si può obiettare che le tigri bianche del Bengala, i panda e le balene si stiano estinguendo perchè, come i dinosauri, aspetta loro un percorso fisiologico che porta alla formazione e all'estinzione di una nuova specie (pensiamo a tutti i fossili e agli animali che sappiamo essere esistiti nel mesozoico piuttosto che nel pleistocene), è anche vero che uccidendoli per la loro pelliccia figa su borsette e stivali di certo non li aiutiamo.

O magari pensiamo di aiutarli invece così non perderanno lentamente tutti i loro cari ma moriranno tutti di botto?

E se si può obiettare che dividere l'umido dalla plastica o spegnere la tv invece che lasciarla con lucina accesa per tutta la notte sia qualcosa che nulla può contro le massive emissioni di gas tossici nell'aria dell'ILVA di Taranto, è anche vero che io, Maria Grazia, non riesco a tappare i camini dell'ILVA...L'unica cosa in mio potere adesso è dividere l'umido dalla plastica, spegnere la tv e andare a lavoro in bicicletta.

Sono sensibile e sensibilizzata.
E voi?

lunedì 13 aprile 2009

Terremoto e terremoti

E se in questi giorni siamo tutti sconvolti dalla tragedia annunciata in Abruzzo, abbiamo tutti ritrovato una fiducia che in questi mesi di crisi avevamo un po' perso...
Ci sentiamo fortunati, noi abbiamo ancora una casa, i nostri vestiti, i nostri carica batterie per il cellulare con la rete EDGE, la nostra tv con sky sulla quale seguire il Grande Fratello...
Ci rendiamo conto che fino a quando scoppiano gli tsunami dall'altra parte della terra ci diciamo "Eh, ma la maggior parte erano davvero baracche"...
Quando poi a crollare sono le nostre case, realizziamo che la terra non è il posto così sicuro che credevamo...
E allora guardiamo i nostri muri, ci informiamo sulla provenienza della sabbia con cui è stata fatta la malta delle nostre case, ci chiediamo se la nostra è una zona sismica o meno, se vivere al sesto piano conviene o meno, ci chiediamo se mai fosse successo a noi...

Perchè adesso ci sentiamo toccati da vicino...
Perchè adesso parlare di piano casa ha tutto un altro senso...
Perchè nei nostri armadi abbiamo un sacco di coperte che non metteremo mai più ai nostri letti o sui nostri divani...
Perchè a Pasqua, se proprio dobbiamo crederci, solo qualcuno è stato in grado di risorgere, i nostri 289 morti no, neanche dopo tre giorni...
Perchè nell'assoluta disperazione, i bambini corrono ancora dietro alle bolle di sapone.



lunedì 9 marzo 2009

Cacciaviti?Auto sportiva?

Non avevano tutti i torti gli slogan femministi degli anni '60.
Gli uomini quando vedono una donna seminuda vedono un oggetto.

Uno studio dell'Università di Princeton, attraverso delle risonanze magnetiche, ci fa vedere come davanti ad una foto di una donna in bikini, nel cervello maschile si attivino le parti deputate all'uso di oggetti come avvitare una lampadina, dare la cera alla macchina, sistemare la grondaia che è dall'anno scorso che piscia in giardino.

La cosa ancora più eclatante è che sembrerebbero restare immobili invece le parti del cervello che possiedono un ruolo nell'empatia, la condivisione e le comprensione di emozioni altrui.

Dpo aver letto questo meraviglioso articolo e averlo condiviso con voi, stasera indosserò uno sfavillante bikini, reggerò in mano un cacciavite e mi sdraierò davanti alla cassettiera della camera degli ospiti.
E' da quest'estate che dico all'ingegnere informatico che mi scorazza per casa in ciabatte che è rotta...
Che sia la volta buona che me l'aggiusti!


martedì 3 marzo 2009

Matera

"La forma di quel burrone era strana; come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso in un apice comune dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca, Santa Maria de Idris, che pareva ficcata nella terra. Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi: Sasso Caveoso e Sasso Barisano. Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l'Inferno di Dante. E cominciai anch'io a scendere per una specie di mulattiera, di girone in girone, verso il fondo. La stradetta, strettissima, che scendeva serpeggiando, passava sui tetti delle case, se così quelle si possono chiamare. Sono grotte scavate nella parete di argilla indurita del burrone: ognuna di esse ha sul davanti una facciata; alcune sono anche belle, con qualche moderno ornato settecentesco. Queste facciate finte, per l'inclinazione della costiera, sorgono in basso a filo del monte, e in alto sporgono un poco: in quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto.
Le porte erano aperte per il caldo. Io guardavo passando, e vedevo l'interno delle grotte, che non prendono altra luce e aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall'alto, attraverso botole e scalette. Dentro quei buchi neri, dalle pareti di terra, vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento stavano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Ogni famiglia ha, in genere, una sola di quelle grotte per tutta abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini e bestie. Così vivono ventimila persone. Di bambini ce n'era un'infinità. In quel caldo, in mezzo alle mosche, nella polvere, spuntavano da tutte le parti, nudi del tutto o coperti di stracci. Io non ho visto mai visto una tale immagine di miseria: eppure sono abituata, è il mio mestiere, a vedere ogni giorno diecine di bambini poveri, malati e maltenuti. Ma uno spettacolo come quello di ieri non l'avevo mai neppure immaginato. Ho visto dei bambini seduti sull'uscio delle case, nella sporcizia, al sole che scottava, con gli occhi semichiuse e le palpebre rosse e gonfie; e le mosche gli si posavano sugli occhi, e quelli stavano immobili, e non ne schiacciavano neppure con le mani. Sì, le mosche gli passeggiavano sugli occhi, e quelli parevano non le sentissero. Era il tracoma. Sapevo che ce n'era, quaggiù: ma vederlo così, nel sudiciume e nella miseria, è un'altra cosa. Altri bambini incontravo, con visini grinzosi come dei vecchi, e scheletriti per la fame; i capelli pieni di pidocchi e di croste. Ma la maggior parte avevano delle grandi pance gonfie, enormi, e la faccia gialla e patita per la malaria. Le donne, che mi vedevano guardare per le porte, m'invitavano a entrare: e ho visto, in quelle grotte scure e puzzolenti, dei bambini sdraiati in terra, sotto delle coperte a brandelli, che battevano i denti dalla febbre. Altri si trascinavano a stento, ridotti pelle e ossa dalla dissenteria. Ne ho visto anche di quelli con le faccine di cera, che mi parevano malati di qualcosa di ancor peggio della malaria, forse qualche malattia tropicale, forse il Kala Azar, la febbre nera. Le donne, magre, con dei lattanti denutriti e sporchi attaccati a dei seni vizzi, mi salutavano gentili e sconsolate: a me pareva in quel sole accecante di esser capitata in mezzo a una città colpita dalla peste. Continuavo a scendere verso il fondo del pozzo, verso la chiesa, e una gran folla di bambini mi seguiva, a pochi passi di distanza e andava a mano a mano crescendo. Gridavano qualcosa, ma io non riuscivo a capire quel che dicessero in quel loro dialetto incomprensibile. Continuavo a scendere, e quelli mi inseguivano e non cessavano di chiamarmi. Pensai che volessero l'elemosina e mi fermai: e allora soltanto distinsi le parole che quelli gridavano ormai in coro: "Signorina, dammi 'u chinì! Signorina, dammi il chinino!". Distribuì quel po' di spiccioli che avevo, perchè si comprassero delle caramelle: ma non era questo che volevano, e continuavano, tristi e insistenti, a chiedere il chinino. Eravamo intanto arrivati al fondo della buca, a Santa Maria de Idris, che è una bella chiesa barocca, e alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera.
Di lì sembrava quasi una città vera. Le facciate di tutte le grotte, che sembrano case, bianche, allineate, pareva mi guardassero coi buchi delle porte come neri occhi. E' davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante. C'è anche un bel museo, con dei vasi greci figurati, e delle statuette e delle monete antiche trovate nei dintorni. Mentre lo visitavo i bambini erano ancora là fuori al sole, e apettavano che io portassi il chinino."

Cristo si è fermato ad Eboli, Carlo Levi, scritto solo 50 anni fa.


domenica 8 febbraio 2009

A volte

A volte ho così tanta voglia di tornare a casa dei miei che mi si stringe il cuore.

A volte, se il cane dei vicini abbaia, mi sembra di essere ancora a casa da ragazzina, quando era il mio cane a svegliarmi dalla pennichella pomeridiana.

A volte, alcuni rumori dal piano di sotto o la tv della vicina, mi fa pensare alla tv a tutto volume di mia nonna, quando alle nove di mattina mi svegliava con il gloria della schola cantorum della messa su rete 4.

A volte il parlottare in cortile dei vicini mi ricorda le visite completamente inaspettate a casa dei miei.

A volte una macchina che arriva in cortile mi fa pensare a mia madre che torna da lavoro e mette la macchina in garage.

A volte preparare la crostata, mi fa venire in mente l'odore che mi svegliava in taverna la domenica pomeriggio.

A volte.
Poi passa.


domenica 25 gennaio 2009

Chi ben comincia è a metà dell'opera...

...E noi cominciamo da Guantanamo e dall'aborto...

Yes, we can.


Do you speak 2009?

Vi propongo un simpatico trafiletto preso dal nr. 3 di Vanity Fair del 21 gennaio 2009.
Una lista delle frasi da usare o da evitare quest'anno stilata dall'Università di Oxford, Word of the Year.

Quelle da usare:

1. Co-rumination = Discorrere eccessivo riguardo ai propri problemi personali, reali o immaginari, con più persone. Secondo Oxford, la nascita di questo termine è dovuta anche all'uso smodato di Facebook, e-mail e sms.

2. Blackberry prayer (la mia preferita, ndr) = La posa fisica particolare adottata da chi digita di continuo sul Blackberry, simile all'azione di pregare.

3. Upcycling = Evoluzione di recycling ("riciclare"), indica l'impiego di oggetti inutilizzati, riadattati ad un uso totalmente nuovo.

4. Staycation = Andare in vacanza ma senza viaggiare. A casa o nelle immediate vicinanze. Niente spesa, niente costi energetici per il Pianeta.

5. Digi-necker = L'automoblista che davanti ad un incidente stradale, o ad altri eventi improssivi, rallenta e scatta una foto con il cellulare per metterla in Internet.

...e quelle da evitare:

1. Green = Verde (e suoi derivati), nel significato ambientalista e non del colore, è ormai un termine così generico che finisce per non avere significato.

2. Carboon footprint = Impronta ecologica: l'impatto, in termini di emissioni di anidride carbonica, che l'attività umana comporta per la Terra. Si compensa piantando alberi.

3. Icon = Icona (con il meno noto aggettivo iconic): il termine, usato per indicare una persona come modello da seguire negli ambiti più diversi, è abusato soprattutto dalla stampa. I redattori del Guardian, tra i loro propositi per il 2009, hanno promesso ai lettori di utilizzarlo il meno possibile.

4. "Winner of five nomination..."= "Vincitore di cinque nomination...": un film che non ha vinto l'Oscar, socendo gli studiosi, non merita tanta enfasi.

5. Absolutely = Assolutamente. Assolutamente si o assolutamente no? Affermazione ambigua che non piace ai linguisti.


venerdì 23 gennaio 2009

TEMA: Descrivi la giornata appena finita

Svolgimento

La giornata che è appena finita è stata una giornata mooooolto lunga.
Mi sono svegliata questa mattina alle 7.45, mi sono lavata, vestita, phonata la frangia (come tutti i giorni e se esco la sera anche due volte al giorno) e ho fatto colazione.
Alle 8.37 ero alla fermata dell'autobus.
Ho parlato con la mia vicina di casa e sono salita sull'autobus come sempre affollatissimo.
Sono andata a fare l'impiegata.
A lavoro ho risolto un problemone perdendo almeno 5 anni di vita, ho lavoricchiato e ho chiuso tutto alle 17.19.
Sono tornata a casa e ho fatto la rockstar.
Ho acceso la musica, ho messo "I've got my mind set on you" di George Harrison e mi sono messa a fare la scema per casa usando il mocio come chitarra elettrica o le ante dell'armadio come percussioni.
Ma ad un certo punto mi sono detta: "E se tutta questa energia non la trasformassi in qualcosa di utile?".
Cosí ho fatto la rockstar casalinga.
Ho lavato i piatti di ieri sera non rimandando tutto a dopo cena e comunque crolli il mondo dopo Un posto al sole, ho sgrassato i fornelli e ho datto una botta di freschezza e pulizia al bagno, ballando ed esagitandomi.
Intanto, il mio patato stava allestendo il suo studio fotografico modulare (nel senso che mettiamo su teli, spot e strumenti vari solo in caso di necessità) nella camera degli ospiti.
Mi ha chiesto quindi di posare per lui e provare un po' le luci.
Mi sono lavata e preparata, truccata e phonata di nuovo, tacchi alti e poco buon senso.
Cosí ho fatto la modella.
Stremata dalla prova di autolesionismo a cui mi sono sottoposta io e distrutto nell'orgoglio da quanto poco mi presti lui, siamo andati a letto.
Mentre io sono crollata intanto che gli auguravo la buonanotte (credo di non aver proprio finito di dire buonanotte), lui ha avuto difficoltà ad addormentarsi.
Mi ha svegliata e gli ho preparato una tazza di latte caldo con il miele.
Cosí ho fatto la mamma.
Ma poi il sonno era passato a me e sembrava non tornare più.
Cosí ho fatto la blogger.

lunedì 19 gennaio 2009

Sky - scraper

Si.
Staccato.
Perchè noi abbiamo preso SKY.
Ed io ho già l'effetto scraper.

Questo per diversi ordini di motivi:

1) Davvero troppa scelta.
Essendoci fatti consigliare dal buon Pasquale (trovata geniale) e il suo regalo perfetto, abbiamo tutti i pacchetti: Intrattenimento, Sport, Cinema, Mondi e culture, News, Ragazzi, Altri Temi (soft porno dopo le 23.00, di Padre Pio e affini prima...).
E così, come quando al supermercato hai 18 tipi diversi di detergente per i pavimenti, va a finire che ogni volta ne compri uno diverso perché ti dispiace non provare quello alla "freschezza di mandorlo in fiore".

2) Il cinema.
La maggior parte dei film in programmazione li voglio vedere tutti.
E va a finire che vedo una decina di minuti di ognuno rimandando sempre la visione completa a quando avrò più tempo.
E poi, diciamoci la verità...I veri filmazzi sono in pay per view, quindi, paga ancora!
Cinque euro e cinquanta per Gomorra...
Per carità, se fossimo andati a vederlo al cinema e bla bla bla...
E' la linea di principio che mi provoca l'orticaria...

3) Megastrutture, Mythbusters e Il fantastico mondo dei mammiferi.
Per quanto interessanti possano essere i documentari, al terzo della domenica pomeriggio darebbe di matto anche il più equilibrato degli esseri viventi.
Il mio patato no.
Dopo aver visto come hanno costruito il rivelatore al Cern (quello che avrebbe dovuto provocare un buco nero in caso qualcosa fosse andato storto), capito quante tonnellate di cemento armato hanno impiegato e come hanno risolto il problema di una falda acquifera inaspettata...
Dopo aver sfatato il mito per il quale è possibile fare surf su un'onda provocata da un'esplosione (mah)...
Dopo aver assistito a tutte le fasi di produzione e assemblaggio di una Ferrari...
Dopo aver appreso che i cani hanno un tempo gestazionale di due mesi e che le orecchie si formano già alla seconda settimana di vita...
Se ne esce: "Amore, se vuoi cambiare cambia pure..."
Amen.

4) Parliamo molto di meno.
Con quei bei programmi noiosi in tv, era tutto un chiacchiericcio di quanto facesse schifo l'offerta televisiva, di quanto si vesta male la De Filippi o "domani faccio i panzerotti di marmellata di kiwi. Li mangerai a colazione?".
Adesso siamo catapultati a destra e a manca grazie a migliaia di programmi possibili.
Bello per carità...
Ma se dovessi iniziare a pensare "Speriamo che faccia tardi dal lavoro così io vedo l'ultima serie di Will&Grace" distruggo il decoder con la mazza 7.
Oppure con il sand che è bello pesante.

5) Sky, Nintendo Wii, xbox, golf, fotografia e relativa attrezzatura, golf e relativa attrezzatura, libri.
Tutti sforzi per occupare il tempo libero. Ma non ne abbiamo tempo libero!
O meglio: ci preoccupiamo così tanto di utilizzare il tempo che avanza dal lavoro, dalle lavatrici, dalla spesa e dallo scrivere un post sul blog che non è più libero per definizione.
Dobbiamo fare la scaletta durante il weekend per utilizzarlo al meglio e fare tutto quello che teoricamente potremmo fare.
Per riuscire ad incastrare tutto quello che in quel momento ci andrebbe di fare.
E così, lo scarto tra quello che possiamo fare e quello che realmente facciamo è sempre troppo grande.

Ma penso sempre alle profezie bucoliche di mio padre: essendo fermamente convinto che l'Italia farà la fine dell'Argentina, profetizza un ritorno alla pastorizia e all'agricoltura per cui il nostro problema non sarà se uscire con gli amici o restare a casa a guardare un film ma un probabile attacco di cimici ai pomodori.

E così sia.


martedì 13 gennaio 2009

Dicono

Dicono che il cambiamento sia possibile, che le persone possano cambiare con il tempo.

Dicono che i brutti periodi passino e che si portino dietro sempre cose belle.

Dicono che per ogni due passi avanti che facciamo, ce ne sia almeno uno indietro.

Dicono che resistiamo al cambiamento, che quel passo indietro sia proprio l'opposizione di resistenza.

Dicono che più costruiamo argini forti e resistenti, più il fiume in piena farà danni.

Dicono che se invece riesci ad incanalare il fiume in piena, potrai costruire mulini a vento.

Dicono.