I diritti del lettore del mio blog

1. Il diritto di leggere i miei post
2. Il diritto di non leggere i miei post
3. Il diritto di rileggere i miei post
4. Il diritto di leggere a voce alta i miei post
5. Il diritto di leggere a voce bassa i miei post
6. Il diritto di divulgare il contenuto dei miei post
7. Il diritto a farvi gli affari miei
8. Il diritto di essere d'accordo con me
9. Il diritto di non essere d'accordo con me
10. Il diritto di stare zitti

(Tributo a D. Pennac)



martedì 21 dicembre 2010

Vita di paese

Cap. 1 - Commissioni

Il paese in cui sono nata è un piccolo comune della provincia di Potenza.
Milleottocento anime compresi anche animali domestici e da cortile.
Dal momento che sono residente ancora qui, sono obbligata a fare tante piccole commissioni quando sono in vacanza dai miei.
Come stamattina: il rinnovo della patente.

L'iter per rinnovare la patente è vario ed eventuale: puoi recarti presso un'autoscuola e pagare una somma abbastanza alta (le leggende metropolitane raccontano di chi ha pagato cento euro, chi centocinquanta chi addirittura duecento); puoi recarti presso la motorizzazione (pagando solo bollettino e marca da bollo); puoi recarti direttamente presso l'ufficiale sanitario indicato dalla ASL.

In ogni caso, i passaggi sono obbligati:
  • Prima tappa: motorizzazione/scuola guida/Ufficiale Sanitario;
  • Seconda tappa: Poste Italiane S.p.a.
  • Terza tappa: Sali e Tabacchi per acquisto marca da bollo;
  • Quarta tappa: ritorno presso ente di partenza.
Non potendo guidare, decido stamattina di farmi accompagnare dal mio papà.
Entriamo in macchina. Papà, metti la cintura! Nooo, mica ci sono carabinieri! (La cintura serve solo ad evitare eventuali multe, ndr.)
Prima sosta, guardia medica: ampio parcheggio privato. Amen.
Seconda sosta, poste: Papà, sei parcheggiato sulle strisce. Il vigile è al bar, noi ci mettiamo un attimo, non c'è nessuno in fila (non c'è nemmeno nessun bar vicino alle poste, ndr.)
Terza sosta, tabacchi: Papà, ti sei messo sul parcheggio riservato ai motocicli. Ma con questo freddo chi vuoi che prenda il motorino!
Ma almeno metti le quattro frecce e resto io in macchina.
Nooo, si consumano le lampadine.

Rimanendo in macchina, mi guardo intorno.
Macchine parcheggiate in curva o fuori dalle strisce.
Attraversamenti selvaggi di pedoni.
L'auto della polizia municipale parcheggiata nel posto dedicato ai disabili.

Forse ci vorrà solo qualche giorno per acclimatarmi.



sabato 18 dicembre 2010

Let it snow, let it snow, let it snow...

Il tratto SS 609 all'altezza di Avezzano completamente bloccato alle 6.00 di questa mattina.


La neve è bellissima.

Ma quando ti trovi su un autobus di linea, sotto Natale, su una strada statale (percorso alternativo consigliato dalla Polizia Stradale) e la neve la ricopre per più di 50 cm, preghi soltanto che smetta di nevicare.

E’ quello che è successo a me stanotte.

Bloccata sulla SS 609 Avezzano-Sora per un percorso alternativo furbo all’A1.

Furbo perché sebbene a Firenze ci fosse la protezione civile che distribuisse pasti caldi e coperte alle auto bloccate ad Incisa-Valdarno, noi abbiamo deciso di tergiversare sull’Adriatica, uscire a Pescara e fare l’appennino abruzzese.

Trovando così più neve di Firenze (60 m slm, Avezzano 695 m slm) ma non la sua protezione civile.

Così, in balia delle condizioni atmosferiche, noi e uno sparuto gruppetto di auto ci lasciavamo ricoprire dal bianco candor.

Scene al di là di ogni normodotata immaginazione: il nostro autobus di traverso in strada, una macchina con le 4 frecce contromano, i tir bloccati uno di fianco all'altro (lasciando così lo spazio adatto a superarli per uno scarabeo), la protezione civile (due poveracci infreddoliti) muniti di sole vanghe, lo spazzaneve che non riusciva ad arrivare.

Tutto ciò dalle 4.00 alle 7.00 di mattina.

Intorno alle 6.00 i nostri calabri autisti, muniti sempre di tanta di forza di volontà ma con le palle sacrosantamente piene, hanno costituito un bel gruppetto di baldi giovani e hanno iniziato a spostare, a forza di spintoni e aiutati dalle vanghe del nostro operativissimo duo della protezione civile, le macchine che ingombravano il passaggio.

Nel giro di una mezz’ora la strada era libera, consentendo il libero passaggio dello spazzaneve. Viva la meridionale forza operaia.

Nel mentre, impossibilitata nello schiacciare un sonnellino, seguivo un programma alla radio dell’autobus sul volontariato e ho deciso di intervenire in diretta.

Ho parlato del mio volontariato in canile, di quello che facciamo e di come è organizzato. E un quarto d’ora se n’è andato con i miei warholiani e strameritati 15 minuti di gloria.

Viva Autostrade per l’Italia, ANAS, AISCAT, Anvedististronzi i quali si trovano sempre impreparati ogni stramaledetto inverno che nevica.

Viva la Protezione Civile che a causa dei tagli a tutti i fondi possibili ha da offrirci solo un paio di vanghe.

Viva la compagnia di autolinee che aveva su le catene di neve adatte per un auto, non per un autobus.

Viva i meridionali: che non si scoraggiano mai e come sempre si confermano essere quelli che risolvono i problemi di tutti.



giovedì 9 dicembre 2010

Forse, ma forse, ma si...



A volte la vita ti fa perdere delle persone.
E non perchè non ci sono più.
No, loro ci sono eccome, solo che semplicemente non ci sono più per te.
Per colpa tua o per colpa sua.
O forse per colpa di nessuno.

Io ho perso mia cugina, La Manu.
Siamo cresciute insieme, abbiamo passato tantissime estati insieme, abbiamo condiviso l'adolescenza.
Ci dicono ancora che ci somigliamo molto nel modo di sorridere, nel modo di camminare con i piedi a papera, nella nostra sbadataggine, nel perdere sempre il telefonino o nel non trovare mai niente nella borsa.
Poi, come per magia, lei non ha passato più le estati insieme a me ed io non l'ho più cercata.
Ho fatto alcuni tentativi telefonici ma mal riusciti.

Quest'estate, a pranzo con i miei zii, io e mio padre abbiamo avuto uno dei nostri soliti battibecchi.
Mentre tiravamo su gli spaghetti, al piano di sopra si sentivano sbattere porte e finestre.
Mio padre: "Maria Grà, hai lasciato le finestre aperte?"
Io: "Si papà, deve cambiare l'aria..."
Mio padre: "Ehssì, e poi cambiamo pure le porte...".

Mentre sorridevamo un po' tutti, zia dice: "Uguale uguale alla Manu, sembra di sentire padre e figlia a tavola" e i suoi occhi sono diventati rossi rossi.

E anche i miei. Siamo così simili.

Mi sono chiesta se fosse stata colpa mia.
Ho rintracciato un avvenimento: un'estate ero talmente tanto presa dal mio nuovo fidanzato che ho passato più tempo con lui che con lei. Snobbandola quasi.
Sicuramente un errore, sicuramente una situazione che manderebbe su tutte le furie chiunque.

Ho cercato di recuperare ma senza mai chiederle scusa davvero, senza farle capire che mi ero resa conto di aver preso una grossa cantonata.
Circa 7 o 8 anni fa quindi io ho smesso di avere questo rapporto così speciale con una persona così speciale nella mia vita.

Certo, a mia discolpa posso dire che ero una ventenne arrapata e che a quell'età si possono perdere un po' le cose importanti della vita.
Ma non mi giustifica.

E allora approfitto di questo spazio, dove so che lei non andrà mai a cercarmi, per chiederle scusa, per dirle che mi manca.

Manu, mi manchi, mi manchi tanto.
Non so più niente di te se non quello che filtra attraverso la nonna.
Vorrei sapere di te, vorrei parlarti, vorrei raccontarti quello che mi succede.
Vorrei un consiglio sulle mie scelte, vorrei sapere tu come e cosa scegli.
Vorrei prendere un treno ogni tanto e passare una domenica con te.
Vorrei scattare delle foto di noi due che facciamo le cretine, che tiriamo fuori la lingua o che prendiamo il sole.
Vorrei telefonarti e sentirti rispondere per una volta.
Vorrei ritrovare mia cugina, la mia amica.


giovedì 25 novembre 2010

Dire, fare, baciare, lettera e testamento


Dire: ci sono parole. Parole dette in un certo modo. Parole che hanno un certo significato che riescono a colpirci. Riescono ad insegnarci qualcosa, ad incuriosirci, a farci sorridere, a farci piangere...Muovono qualcosa dentro di noi se sappiamo davvero ascoltarle.

Fare: vediamo, a volte, compiere ad altri azioni che ci sembrano grandiose. Che ci fanno sentire così dannatamente piccoli, così incapaci di fare lo stesso...E vediamo altri invece fare cose orribili e noi restiamo comunque incapaci di "fare" qualcosa.

Baciare: le emozioni, in grado di smuovere montagne, di spostare orizzonti, di ridisegnare la propria vita. La musica, l'arte, la bellezza ci "baciano" ogni giorno. Ascoltiamole, lasciamo che ci facciano vibrare l'anima.

Lettera: libri, scritti, saggi, pamphlet, operette e opere buffe. Non crediamo a chi dice: "Non ci sono parole per esprimere quello che sento". Le parole ci sono sempre, basta solo trovarle. E per trovarle bisogna cercarle, leggere, leggere tanto, leggere qualunque cosa. Perchè credo profondamente che ci siano libri che abbiano cambiato la storia. Anche solo la mia storia.

Testamento: l'eredità. L'eredità che lasceremo a chi ci succederà. E speriamo che sia solo il meglio tra parole, azioni, emozioni e scritti.


domenica 14 novembre 2010

Imprenditore ucciso a Lauria - Potenza

Questi i titoli dei telegiornali.
Questi i titoli dei quotidiani locali.
Questi i titoli delle agenzie di stampa.

Ma la telefonata di mia mamma, sua cugina, stamattina è stata: "Hanno ucciso Pino".
Perchè "Giuseppe Forastiero, 50 anni" era Pino, Pinuccio, per tutti.

Pino era un imprenditore.
Un'uomo che è partito dalla bottega della mamma, che ha lavorato notte e giorno per far crescere quella bottega e farla diventare un grande supermercato con il servizio di pasticceria migliore di tutta la zona.
Aperto fino a tarda sera, la domenica, a Pasqua e a Natale.
Se avevi bisogno di un vassoio di mignon, tra i più buoni di tutta la zona, andavi "da Pino a Pecorone".

Pino era marito.
Ha sposato una donna sempre ironica e acuta che ti strappava il sorriso mentre imbustavi di fretta la spesa.
Quando le chiedevamo di Pino, ci diceva che era di là, nell'ufficio.
No, non disturbarlo, ce lo saluti tu.

Pino era papà.
Ha un figlio ora adolescente di cui si lamentava perchè non voleva studiare, come tutti i genitori.
Adesso dovrà affrontare la vita senza una delle persone più importanti nella vita di tutti.
Senza il "tranquillo, siam qui noi".

Tutto questo per l'incasso di una giornata di un supermercato.
E l'incasso di una giornata non vale una vita.
Niente vale come la vita.

Ciao Pino.




mercoledì 10 novembre 2010

TEMA: Descrivi il tuo ultimo colloquio di lavoro

Svolgimento

Il mio ultimo colloquio di lavoro si è svolto per una posizione nella segreteria tecnico-organizzativa di una galleria d'arte a Bologna.
Dopo aver chiacchierato amabilmente con il direttore artistico della galleria, una ragazza sui 35 anni la quale mi ha anche riconosciuto un notevole curriculum, passo al colloquio con la proprietà.
Un ragazzo, sulla quarantina, capello lunghetto, occhialini con montatura scura, camicia col bavero alzato, jeans.
Uno stronzo, ma uno stronzo che in confronto Lex Luthor sembra un'educatrice di asilo nido.
Forse voleva scaricare un po' di frustrazione, forse la sua vita è così patetica che ha bisogno di sentirsi in gamba con chi ha meno (apparentemente) esperienza di lui.
Ma vediamone i passaggi fondamentali.

Esperienza:
"Noi abbiamo bisogno di persone che abbiano almeno 3-4 anni di esperienza presso altre gallerie o presso musei".
Non ha proprio letto il mio curriculum? Perchè mi ha chiamato pur non essendo interessato?
"In ogni caso cerchiamo anche figure senza esperienza da introdurre in stage non retribuito per un periodo che va dai 4 ai 6 mesi".
Faccio presente che lavoro dai primi anni di università, che mi sono laureata nel 2007 e da allora lavoro nel mio settore, presso agenzie di comunicazione o servizi (Comune, Ospedale ecc.). Farei fatica a lavorare 6 mesi gratis.
"Gli stagisti per l'azienda sono un costo, l'azienda non ci guadagna nulla prima che diventino operativi".
Mi scusi allora lei o è poco informato su come funzionano gli stage (normalmente si affidano agli stagisti le mansioni più basse, più semplici e, per dirla tutta, quelle che nessuno in azienda vuole fare) oppure è un pessimo imprenditore: perchè un'azienda dovrebbe prendere uno stagista se non ne ricava nulla? O lo fa per formare giovane leve da mandare nel mondo come ambasciatori della bellezza e dell'arte? Com'è buono lei...

Formazione:
"Ma il lavoro in galleria è molto diverso: non è come presso un'agenzia qualunque che non c'è bisogno di sapere nè come nè perchè, qui bisogna avere un minimo di conoscenza".
Lo interrompo, forse anche bruscamente, dicendogli che non esiste nessuna professione al mondo dove non si sappia come e perchè si lavora: dal muratore al dirigente quadro, dall'idraulico all'infermiere specializzato. Ogni lavoro ha le sue specificità e le sue competenze professionali.
"Non lo dica a me, io a 25 anni già gestivo la mia agenzia di comunicazione".
Capito, sei un figlio di papà con la minestra pronta. "Amore, cosa vuoi per il tuo quarto di secolo?" "Non lo so papà, vorrei fare un viaggio a Cape Horn oppure mi apriresti un'agenzia di pubblicità?" "Tutto quello che vuoi, figlio mio".
"Ma lei, a parte queste due mostre che ha organizzato non ha conoscenza tecniche, non è come un DAMS o un Storia dell'arte, poi qui noi trattiamo artisti contemporanei, artisti viventi".
Sebbene il mio percorso accademico non sia stato improntato all'arte, sono sicura di poter sopperire con la mia conoscenza personale, con la mia passione. Studio e continuerò a studiare arte perchè mi piace, perchè è bellezza e cultura. Se posso permettermi, i libri di storia dell'arte non arrivano certo ad approfondire l'arte contemporanea e men che meno gli artisti viventi. Tomi e tomi sull'impressionismo ma pochissimo (o al massimo un esamino da tre crediti) sugli artisti viventi. E poi io non ho mai detto di voler fare il critico, voglio occuparmi di comunicazione, di ufficio stampa e di segreteria organizzativa.
"Ma qui abbiamo a che fare con istituzioni, con musei...Non con prodotti come pannolini o caramelle come nelle agenzie di pubblicità".
Ho lavorato presso il Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, presso il Comune di Forlì e nella mia ultima esperienza con il CUR (non so se lei lo conosce, è il Consorzio Universitario di Rovigo), con la provincia di Rovigo, con la Guardia di Finanza, con i Carabinieri, Vigili del Fuoco e mi fermo qui, avrei bisogno di un attimo per ricordarli tutti. Possono sufficientemente essere considerate istituzioni secondo i suoi parametri?

Contratto e prospettive future:
"Lei quindi sarebbe disposta a fare uno stage presso di noi?".
Sicuramente sono disposta a fare un periodo di prova affiancato ad un'adeguata formazione. Per un periodo molto lungo, faccio veramente fatica a non percepire nulla.
"Ma guardi che gli stage funzionano così".
Ho fatto diversi stage nella mia vita, fino a 4 anni fa, non c'era una retribuzione vera e propria ma c'era un rimborso spese. Con l'ultimo, nel 2007, percepivo 500 euro mensili.
"Sicuramente un'anomalia...".
No, l'anomalia è sfruttare lavoro non pagato, soprattutto da una risorsa che non ha bisogno di stage ma che ha già una conoscenza base del lavoro.
"In ogni caso dopo il periodo di stage noi facciamo contratti a progetto".
Non sono previsti almeno contratti di apprendistato?
"Signorina, ci ha presi per l'albero della cuccagna?".
No vi ho preso esattamente per quello che siete: morti di fame.

Saluti:
"Spero di essere stato abbastanza chiaro...".
Uh, lo è stato, eccome se lo è stato...

"Signorina, uscendo attenzione con il casco alle opere".
Non si preoccupi, so che il casco starebbe meglio se sbattuto con forza sul suo bel nasino mentre gli schizzi di sangue misti ai suoi denti, preferibilmente frontali, andassero ad impreziosire le opere esposte.

Cordialmente.




martedì 2 novembre 2010

Un inaspettato raggio di sole

Ed eccomi qui.
Mi ritrovo alla finestra della cucina a contemplare un inaspettato raggio di sole dopo tre giorni di pioggia.
I miei sono in viaggio, Eugenio è a lavoro.

In quest'appartamento poco fuori porta che con quattro persone sembrava piccolissimo e adesso (pur rimanendo piccolissimo) sembra così vuoto.

Mi ritrovo a pensare che per un uomo di cinquantatré anni è impensabile rifare la valigia e andare a lavorare a milletrecento chilometri da casa perchè al sud non c'è nulla.
Che a cinquant'anni bisognerebbe iniziare a godere i frutti di venti o trenta anni di lavoro.
Che è questo l'ordine del mondo, è così che dovrebbero andare le cose.

Mi ritrovo a pensare all'e-mail della mia collega con la quale ho lavorato solo pochi mesi che mi ringrazia per essere una persona speciale.
Perchè se sono così speciale come lei dice è solo grazie ai miei genitori.

Mi hanno dato la possibilità di essere la persona che sono, hanno accettato e assecondato ogni mia scelta, anche se papà voleva che diventassi un avvocato, meglio, un notaio.
E ancora ora, dopo le mie crisi professionali/esistenziali, mi dicono che posso fare quello che voglio, che loro mi supporteranno in ogni cosa io voglia scegliere.

Mi ritrovo a pensare a tutto l'amore che c'è nel gesto "Ti dobbiamo lasciare qualcosa di soldi?" ogni volta che partono.

A volte la vita è ingiusta.
Tutti i bambini meritano una famiglia come la mia, due genitori che dopo trent'anni di matrimonio si danno ancora il bacio della buonanotte, che con una figlia di ventotto anni dicano: "Non aver paura di fare un mutuo, ti aiutiamo noi".

E' bello addormentarsi la sera sapendo di avere sempre loro.
Sempre.

giovedì 21 ottobre 2010

Per il tuo amore



I woke and you were there
beside me in the night.
You touched me and calmed my fear,
turned darkness into light.

I woke and saw you there
beside me as before
My heart leapt to find you near
to feel you close once more
To feel your love once more.

Your strength has made me strong
Though life tore us apart
and now when the night seems long
your love shines in my heart...
Your love shines in my heart.


mercoledì 29 settembre 2010

Cambio rotta cambio stile, scopro l'anno bisestile...


Eh si. E' proprio vero che il tempo passa per tutti.
Così, io e il mio patato abbiamo deciso di vendere un bel po' di cose che ormai non usavamo più.
Quelle cose comprate quando eravamo ancora all'università, con tanto tempo libero e poca voglia di studiare.
Quelle cose che ci facevano sentire bambini, ma "grandi" come il volante dell'Xbox o la nintendo WII...
Quelle cose che sono state con noi per 3/4 anni ma che adesso erano lì, a prendere polvere perchè era dal 9 Marzo 2009 che non le accendevamo (la wii che ha il diario interno).
Quelle cose che hanno contrassegnato un momento della nostra vita ma che adesso non abbiamo più il tempo o la voglia di usare.

Perchè adesso sono state soppiantate da altre cose.
Il lavoro, innanzitutto.
11 ore al giorno di lavoro ti scaricherebbero anche se ti dopi.
La moto.
Passione molto costosa ma che ti porta ad uscire di casa anche in una domenica soleggiata di gennaio.
La barca a vela.
D'estate, tutte le nostre energie e un po' dei nostri soldi sono andati via nella pianificazione di weekend in barca a vela più eventuale settimana di traversata verso la Sardegna.
E poi ci sono i libri, le app per iPhone, il volontariato in canile, il cinema, la pizza con gli amici...Ma sempre meno tempo libero.

Si cambia rotta, dunque.
Si vende il vecchio per fare posto al nuovo.

Parola del sito più famoso al mondo per la compravendita online.
Rendiamo grazie a e-bay.

lunedì 20 settembre 2010

Habitat




Il mio condominio non è grande.
Tre piani, tre stabili che si affacciano su un cortile che a sua volta si affaccia sul parco.
Non sono nata qui. Mi ci sono trasferita da circa cinque anni.
Non so ancora molto bene chi abita tutti gli appartamenti del mio condominio.
Alcuni si, molti altri no.
E posso dichiarare con assoluta certezza che sono circondata da matti.

Bionda piano terra: sulla settantina, capelli biondo platino con vistosa frangia, maglietta di hello kitty e lampade come se piovesse. Divorziata dal marito che ora la mantiene, con un figlio in Africa per chissà quali affari, si sente l'amministratrice di condominio. Tant'è che più volte ci ha esortato a comunicarLe qualunque rimostranza così da poter essere portavoce ufficiale dei "suoi" condomini. Spesso possiamo sentirla urlare per chissà quale ragione, ogni volta che succede qualcosa in cortile lei ne è inevitabilmente coinvolta, se l'è presa con noi per aver parcheggiato 15 cm fuori dal nostro posto auto e frequenta un trentenne con un BMW con il quale litiga sempre per ragioni di mancanza di attenzione. Se non urlasse così tanto quando litiga con qualcuno, io non sarei a conoscenza di questi fatti. Zoccolùn.

Famiglia calabrese primo piano: trapiantati dal Sud da 25 anni, con due figlie, sono discreti con i fatti loro ma altamente impiccioni dei miei. Chiedono, domandano, indagano, presuppongono, immaginano..."Non abbiamo visto la macchina tutto il fine settimana, abbiamo pensato che foste via", "Vi abbiamo visto salire diverse volte con la busta della spesa, siete andati all'ipercoop?", "Quanto siete carini, ma quando vi sposate? [senza secondo scopo] Siete così giovani, perchè non fate un mutuo? Alla fine, quanto pagate di affitto qui? [con secondo scopo]." Impiccioni.

Medico sospetto secondo piano: sulla cinquantina, single, molto schivo. Con me si attarda volentieri sulle scale, quando sono con il mio patato, sfugge gli sguardi. L'ho sentito numerose volte arrabbiarsi al cellulare per poi augurarmi il buongiorno con giovialità e cortesia, senza mostrare alcuna traccia di nervosismo o tensione. Indossa spesso un trench lungo beige come l'ispettore Colombo. O come gli esibizionisti al parco. Maniaco.

Giovane coppia secondo piano: sembrano i meno pazzi di tutti. Lui capelli lunghi sempre legati, lei caschetto riccio. All'apparenza "normali", quando passiamo davanti alla loro porta arriva puntualmente un odore di erba. Tutto normale se lei non fosse al settimo mese di gravidanza. Sballoni.

Donna Tina terzo piano: signora ultra ottantenne che vive a Bologna da più di 40 anni ma, originaria di Bari, non ha ancora perso l'accento barese. Anzi, non perde occasione di urlare qualcosa in dialetto barese affacciata alla finestra: contro i gatti, contro i cani della vicina, contro chi fa manovra nel cortile, contro i bambini che giocano. Ha una marbella verdina e ogni volta che cerca di uscire dal cortile, ha fatto fuori 1/4 di frizione. Non è più lucidissima e in alcuni momenti sragiona completamente pur vivendo sola. Gattara dei Simpson.

E poi, al quarto piano, ci siamo noi.

Giovane coppia quarto piano: non sposati, convivono da 5 anni senza aver mai comprato casa. Non sono mai in casa e in due hanno: una macchina, una moto, uno scooter e due biciclette. Non si vedono e non si sentono, tranne qualche sera a settimana quando invitano gli amici. Allora urlano, ridono ad alta voce, suonano la chitarra e cantano a squarciagola. Per fortuna, i festini musicali non si protraggono oltre l'una di notte. Lui un po' più schivo ma sempre educato, lei sempre sorridente e disponibile sembra abbia tirato coca cinque minuti prima di incontrarla. Innamorati.



mercoledì 8 settembre 2010

Bollettino dal fronte n.7

SOTTOTITOLO: Andiamo avanti per il bene del paese.




Sebbene sia un bel po' che abbia smesso di dedicarmi alla boriosa operazione di costringervi a leggere la mia opinione sui fatti (sempre più spesso opinione sulle opinioni) di attualità politica del nostro paese, oggi non riesco a soprassedere e a far finta di niente.

Non ho mai smesso di tenermi aggiornata, di leggere i giornali (online), di crearmi una coscienza critica nonostante la mia bile poco regga il momento di disperazione in cui tergiversiamo.

Il governo (ma anche l'opposizione) non mi aggrada per nulla.
Ho accarezzato e per brevi periodi attuato la possibilità di smettere di vedere i telegiornali nazionali, di leggere le notizie in rassegna stampa ma...E' più forte di me, non ci riesco, devo sapere cosa succede intorno, dove vivo e cosa devo aspettarmi.
Ho bisogno di capire l'epoca che sto vivendo, di criticarla o di lodarla, consapevole del fatto che il Bed&Breakfast tanto sognato e fatto di orticello, frutteto, animali da cortile e turisti tedeschi non arriverà così facilmente.

Così leggo i giornali.
E la contestazione al leader della CGIL, Bonanni, durante la festa del PD è allarmante.
Non tanto per la contestazione in sè che in un clima come quello che stiamo vivendo ci sta come il cacio sui maccheroni ma per il fatto che dopo la contestazione è scattata la rissa.
Una RISSA: segno inevitabile della tensione, della frustrazione e del senso di disperazione che ci sta attraversando.
Mentre le alte sfere politiche pensano a questa legge elettorale da cambiare, alle intercettazioni e alla riforma della giustizia per sistemare i loro affarucci, affamano un popolo che senza il lavoro in fabbrica è disperato.
Tanto disperato da scaraventarsi addosso una sedia ad una festa di partito.

Non so voi, ma io sono preoccupata.



giovedì 19 agosto 2010

So che non leggerai mai questo post...

...semplicemente perchè tu il mio blog non lo leggi mai.
E' un appendice di me che non ti interessa, che trovi comunque in me...
Nei miei mille progetti, nelle mie mille idee, nelle mie mille bozze.

Volevo solo dirti che mi piace occuparmi di te.
Delle tue piccole malattie, della tua biancheria da lavare, della tua giacca per la moto.
Se ti ammali mi piace prepararti la pastina o passarti il termometro per misurare la febbre.
Mi piace ricordarti di chiamare i tuoi o sistemarti i vestiti la sera prima se il giorno dopo hai un incontro importante.
Adoro coccolarti quando ti svegli capriccioso o lasciarti dormire il sabato mattina anche solo per il gusto di dirti che è pronto il caffè, che l'ho preparato io, anche per te.

Ti accudirò e ti proteggerò sempre.

Fai parte del mio mondo adesso, ne fai parte di diritto, ti ho scelto.

Non so se esista "un posto dove non cacciarmi nei guai...certo un posto molto molto lontano".
Certo un posto lontano da te.






mercoledì 18 agosto 2010

Imparare

Estate di lezioni questa.

Imparare a tirare con l'arco.
Imparare ad andare sui kart.
Imparare a tuffarmi dalla plancia di poppa.
Imparare ad alzarmi da tavola prima di essere sazia.
Imparare a non mettere l'olio al secondo giorno di mare.
Imparare qualche parola di tedesco.
Imparare ad impastare la pizza.
Imparare a fare una buona pastella per i fiori di zucca.
Imparare che un bambino di 7 anni può farti ridere per mezz'ora con i suoi tentativi di pronunciare "webcam".
Imparare che si possono leggere 368 pagine in 3 giorni se non si lavora.
Imparare a portare sempre un golfino in borsa perchè d'estate può far freschino.
Imparare che a chi mi mette il muso io non metto il muso.
Imparare a prenderci sempre meno sul serio.

Imparare a ridere di me.

domenica 15 agosto 2010

Metà

Metà vacanze.
Metà divertimento.
Metà porzione.
Metà pesca.
Metà giornata.
Metà sole.
Metà ombra.
Metà costume.
Metà gioia.
Metà tristezza.
Metà bicchiere.
Metà fatica.

Metà spiegazione.
Metà comprensione.



sabato 15 maggio 2010

Calma e cold blood

Sabato pomeriggio sonnacchioso, questo.
Mentre alla tv sta arrivando la mamma e devono scrostare un lavandino lasciato alle intemperie da decenni, sono qui indecisa sul da farsi.
E mentre il cambiamento è in atto, non vedo già l'ora che si stabilizzi.

Insomma, diciamoci la verità, a me i cambiamenti non sono mai piaciuti.
Sono abitudinaria, pantofolaia, pigra.
Amo le mie certezze, le mie conferme, il mio edicolante, la mia barista, il mio appartamento caldo d'estate e freddo d'inverno...

Ma certi cambiamenti si impongono come macigni.
Ne va della qualità della vita, dei tuoi sogni, di quello che pensavi di diventare da bambina, di quello che ti auguri per te stessa, di quello che immaginavi dopo la laurea, di quello che puoi ancora diventare nonostante tu sia già "grande".

E seppure a malincuore, bisogna tirare un respiro profondo e ricominciare tutto daccapo.

E ricominciamo allora...
Tanto poi ti abitui...

domenica 28 marzo 2010

E visto che ormai non piove più...

...e certi ricordi sembrano essere stati lavati via...






venerdì 19 marzo 2010

19 Marzo

All'unico uomo che non mi tradirà mai...
All'uomo che in 28 anni non mi ha mai delusa..
All'uomo che mi ha insegnato ad andare in bicicletta, a non gattonare più a sei anni, a non soffiare nei posaceneri pieni...
All'uomo con più immaginazione che io conosca...
All'uomo con le spalle così forti da non farsi vedere dispiaciuto davanti ad un periodo brutto brutto della figlia ma da piangere il giorno della sua laurea...
All'uomo ormai 50enne ma con la voglia di fare di un 18enne...
All'unico uomo a cui non ho mai sentito pronunciare le parole "Voglio smettere di fumare"...
All'uomo a cui le rughe donano sempre più ogni anno che passa...

Auguro una buona festa del papá!

Con tanta tanta stima,
tua figlia.

giovedì 11 febbraio 2010

Crepuscolo

Prima di leggere questo post, cliccate play e rimanete in ascolto qualche secondo. Poi, andate pure avanti.



Non è il tempo e la metereopatia.
Non ho le mie cose.
Non è perchè sono lunatica, io non sono lunatica.
Sono limitatamente coerente ed abbondandemente razionale.
E non è che ci sono dei giorni in cui stai così.
Se stai così un motivo c'è sempre.

Beh, oggi non sto così.

E' una questione di insoddisfazione, di qualcosa che palesemente non va, di speranze, di sogni, di questa vita che proprio così non va.

Passiamo la vita a cercare un lavoro che ci piaccia e se lo troviamo, aspettiamo che finiscano le nostre 8 ore per tornare a casa o che arrivi il fine settimana per andare al cinema, a giocare a tennis o in quel museo che è tanto che volevamo vedere.

Passiamo la vita a cercare qualcuno che ci dimostri quanto ci ami, qualcuno che ci veda belle anche appena sveglie, qualcuno con cui passare la nostra vita, che non si spaventi davanti all'amore, davanti ad un mutuo cointestato o davanti ad un ritardo.
Che ci capisca, che ci perdoni, che sappia prima di noi cosa ci passa per la testa, che non abbia problemi ad accompagnarci ad una mostra o al centro commerciale a cercare gli stivali.

Se siamo fortunate lo troviamo.
Ma ancora qualcosa non va.
E' tutto troppo perfetto, tutto così lineare, così come deve andare.
Macchina, moto, vacanze, casa, forse matrimonio, un giorno figli, cene dai suoceri, foto incorniciate di visi sorridenti, regali di Natale sotto l'albero, colazioni a letto, film in pay per view.

Ma è davvero così che deve essere vissuta una vita?
E' davvero questo il modo giusto per viverla?
Chi o cosa ci ha detto che questo è il miglior modo per trascorrerla?
Chi ci ha insegnato cosa è giusto o cosa è sbagliato quando si tratta di noi, di noi soli?

Nasciamo, diventiamo adolescenti irrequieti e sballoni, andiamo in vacanza studio a Londra, poi l'università, ci innamoriamo poi ci molliamo, poi troviamo uno a posto e ci innamoriamo seriamente, dopo miliardi di stage e contratti a progetto troviamo un bel lavoro, andiamo a convivere, compriamo auto e moto, facciamo qualche vacanza, poi decidiamo di sposarci, intanto la nostra carriera ha fatto qualche scatto, compriamo casa con mutuo ventennale, facciamo un figlio, forse due, la nostra carriera continua ad andare alla grande, i nostri figli crescono, i nostri genitori ci lasciano, andiamo in pensione con tanto di pasticcini ai colleghi e dopo aver dato fondo a tutti i nostri risparmi, non ci siamo più.

E' davvero così che deve andare per tutti?
E' così che deve andare anche per me?



domenica 10 gennaio 2010

Sole

Inaspettatamente.
Sorprendentemente.
Oggi c'è il sole a Bologna...

Prevedevamo di rivederlo ad aprile.
Invece è arrivato adesso, di domenica poi.
Me lo aspetto di giovedì o di lunedì...Quando sono in ufficio e vedo tutta la gente in giro che vive.

Ma di domenica è fatto straordinario.
Bisognerà approfittarne...

Se ne può approfittare in diversi modi.

1) Metodo mamma del sud: sole=pulizie profonde, tappeti sbattuti fuori, vetri ecc.
2) Metodo figlia dei fiori: coperta, libro, una bottiglietta di acqua, parco.
3) Metodo Maria Grazia: spiaggia.

Anche se si affonda perchè la sabbia è bagnata.
Anche se fa un freddo della madonna e sciarpe e guanti bastano quanto per una passeggiata in Siberia.
Anche se non ho nessun cagnone con cui correre.
Anche se ho deciso di vendere la mia macchina fotografica.
Anche se la casa è un casino infernale.

Anche se il buon senso non mi abbandona mai...