I diritti del lettore del mio blog

1. Il diritto di leggere i miei post
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3. Il diritto di rileggere i miei post
4. Il diritto di leggere a voce alta i miei post
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6. Il diritto di divulgare il contenuto dei miei post
7. Il diritto a farvi gli affari miei
8. Il diritto di essere d'accordo con me
9. Il diritto di non essere d'accordo con me
10. Il diritto di stare zitti

(Tributo a D. Pennac)



mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale to everyone!

Che voi abbiate approfittato o meno dell'offerta Sky...

Che ancora non sappiate che Babbo Natale è vestito di bianco e rosso perchè l'ha plagiato la Coca Cola a sua immagine e somiglianza...

Che non passiate le feste in famiglia con nipotini, cuginetti, suoceri, cani, nonne ecc. ma in una spa a farvi la stone therapy...

Che siate soli perchè non avete nipotini, cuginetti, suoceri, cani, nonne ecc...

Che stiate invece in famiglia, la vostra famiglia enorme fatta di bambini piccoli urlanti, nonne che vi rimpinzano, zii che perdono sempre a poker, genitori che vi hanno già dato il regalo appena arrivati, vicini di casa che passano per gli auguri ma poi dai restate che apriamo il torrone, cani che appoggiano il muso sulle vostre ginocchia mentre voi avete cominciato a mangiare alle due di pomeriggio e sono già le cinque e ancora siete all'orata all'acqua pazza...

Auguri di buon Natale!

giovedì 18 dicembre 2008

IVSTITIA

E mentre la scure della giustizia si abbatte su diverse regioni del centro sud, dall'Abruzzo passando per la Basilicata giungendo in Campania, noi continuiamo a leggere sui giornali dichiarazioni a parer mio sconvolgenti.

Da Repubblica, On. Margiotta, Parlamentare Pd in Basilicata, arrestato per il "comitato d'affari" intorno al petrolio lucano.
Giornalista: "Alzi la mano chi non ha offerto una parolina di buona amicizia".
Margiotta: "Bravo. Al sud le frequentazioni politiche sono intessute di questi rapporti".

Sempre da Repubblica, l'ex sindaco di Pescara D'Alfonso: "Di Carlo Toto (patron di Air One, tra i 40 indagati per concussione in Abruzzo), posso dire che siamo amici da vent'anni. E' stato mio testimone di nozze e non è un reato accettare dei regali da un amico".

E ancora: "Staccare un assegno di poche migliaia di euro - dicono - rientrava in una forma di cortesia con cui, in provincia, si coltivano i buoni rapporti con l'amministrazione locale, quale che ne sia il colore".

Napoli.  Alfredo Romeo, l'imprenditore al centro dell'inchiesta che ha decimato la Giunta del sindaco Rosa Russo Iervolino, ricorda che dal 1990, da quando gestisce il patrimonio immobiliare del comune, "non ha mai vinto un appalto", nonostante si sia dato tutto quel gran da fare per avere il Global Service (vincendo la gara per la manutenzione delle strade di Napoli) aggiungiamo noi.

Ma tanto lo sappiamo.
Tra qualche mese li vedremo tutti beati perchè "estranei ai fatti".

"Viva l'Italia
presa a tradimento
l'Italia assassinata
dai giornali e dal cemento
l'Italia con gli occhi asciutti
nella notte scura
viva l'Italia
l'italia che non ha paura".
Viva l'Italia, Francesco De Gregori

lunedì 15 dicembre 2008

Analogie

Non molto tempo fa, portai Dodò, il bimbo che vedete anche nella slideshow in alto a destra, in un negozio di giocattoli. 

Aveva non più di tre anni.

Eravamo andati lì per comprare un regalo a Peppe e Dodò sapeva bene che non avremmo comprato niente per lui esattamente come io sapevo che alla fine sarei tornata piena di giocattoli per l'uno e per l'altro.
Guardammo tutto il negozio, scegliemmo con cura il regalo possibile, mi consigliò e non fece nemmeno un capriccio.
Per premiarlo di così tanta pazienza e maturità inaspettata, gli chiesi se desiderasse qualcosa.
Lui mi rispose: "Una ruppa piccola piccola, così!" e mimò il gesto con indice e pollice di un giocattolino piccolissimo.

Potrete immaginare perchè decisi di comprargli la ruspa più grande che il negozio avesse a disposizione.

Qualche sera fa, mentre chiacchieravo e prendevo in giro il mio patato, ammisi di non avere la più pallida idea di cosa regalargli per Natale.

La sua risposta fu: "Amore, vorrei che il mio regalo di questo Natale fosse una cosa per te, qualcosa che tu non compreresti mai ma che desideri da tanto tempo. Vederti felice è il regalo più bello che tu mi possa fare".

A voi le conclusioni.

sabato 13 dicembre 2008

E se Salvatores ci facesse l'occhiolino?


E se Rino fosse il nostro vicino di casa, quello incasinato, violento e disgraziato?
E se Quattro Formaggi fosse il famoso scemo del paese?
Quello che tutti imitano e che al bar fanno ubriacare per riderci sopra?
E se Cristiano fosse l'adolescente disagiato, sempre silenzioso, quello che sembra così grande invece è solo un ragazzino?

Ecco la presentazione dei protagonisti di Come Dio Comanda, film diretto da Gabriele Salvatores, tratto dal libro di Niccolò Ammaniti e uscito nelle sale il 12 dicembre 2008.

E questo film lascia intatta la straordinarietà di Ammaniti.
Straordinarietà che prevede che tutti i suoi personaggi (il Michele di Io non ho paura o il Cristiano Biglia di Ti prendo e ti porto via) sembrano poter essere i tuoi vicini, quelli che incontri sul pianerottolo o quelli ben etichettati in paese.

Quelle vite che ci raccontano i tg o che vediamo passarci accanto nei nostri paesi, nelle nostre città, nei nostri quartieri.
Ma quando Ammaniti ci racconta che Cristiano è fuori al freddo, ancora assonnato ma costretto dal padre ad uscire dal letto per sparare al cane che è tutta la notte che abbaia, a noi si gelano le mani, sentiamo il naso freddo e la neve nelle scarpe.
Quando ci racconta la casa dove vivono Rino e Cristiano, noi davvero sentiamo il disagio e il freddo delle mura di casa.

E Salvatores per tutto il film non fa altro che strizzare l'occhio a chi ha letto il libro.
Non fa altro che regalarci dei momenti tutti per noi, per chi riesce a completare un pensiero di Quattro Formaggi o di Ramona Superstar.

E' sempre il Salvatores che siamo abituati a vedere, sia chiaro, con i suoi colori, le espressioni dei suoi protagonisti che solo lui sa scovare, i suoi paesaggi e le sue inquadrature e la sua scelta, questa volta, di girare tutto il film con la macchina a mano (con tutto ciò che ne consegue).

E' il Salvatores che sa trovare le giuste atmosfere (piove per quasi tutto il film e all'uscita dal cinema senti davvero freddo), la volontà ad esempio di non farci capire esattamente dove siamo (centro commerciale, villetta a schiera, cava, fiume).

E' il Salvatores che ci propone le musiche dei Mokadelic, straordinariamente non invasive ed inaspettatamente narrative.

E' il Salvatores che ha eliminato Danilo Aprea del libro per dare spazio al rapporto tra padre figlio e per farci entrare in casa dello "scemo del paese" che noi siamo abituati a vedere così lontano da noi, con il nostro bel lavoro (per chi ce l'ha), con le nostre case calde grazie al riscaldamento centralizzato, con le nostre mamme che sfornano dolci per Natale.

Ecco, appunto, per Natale.
Andate a vedere Come Dio comanda.

E risparmiatevi, per questa volta, il cine-panettone.

domenica 7 dicembre 2008

Bologna con i suoi orchestrali

Bologna con i suoi orchestrali


Perchè alla fine è così che va.
E' il destino di noi emigrati.

Lasciamo il cuore nelle nostre case, nelle nostre regioni...Che diventano automaticamente intoccabili, inequiparabili.

Ma se siamo andati via è perchè inevitabilmente qualcosa che non torna c'è.

E così ci affezioniamo alla città o al posto dove viviamo.
Ci mettiamo a cucinare le sue ricette, a prendere un po' il suo accento, a portare i suoi prodotti come regali natalizi, a cercare di migliorarlo.
Iniziamo a sentirne la mancanza quando siamo lontani, ad abituarci ai suoi odori, ai suoi colori sin da subito.

Nel mio caso, Bologna mi ha accolto benevolmente.
Mi ha fatto ingrassare di qualche chilo con i suoi tortellini, il suo ragù, la sua mortadella.
Mi ha presentato il mio patato e tra i suoi portici me ne ha fatto innamorare.
Mi ha fatto conoscere Morandi.
Mi ha trascinato dentro la strage della sua stazione e nel Vicolo Lauretta.
Mi ha insegnato a voler bene anche alla nebbia e alla pioggerellina incosistente.

Mi ha insegnato ad amarla.
Ed io continuerò a farlo.

venerdì 5 dicembre 2008

Fate l'amore...E basta!



Ecco esattamente cosa intendo io quando sostengo che fare un figlio è qualcosa su cui riflettere molto, una cosa ragionata...Chi sa rispondere alla domanda: perchè in Italia non sarebbe mai possibile mandare in onda uno spot così?