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(Tributo a D. Pennac)



sabato 13 dicembre 2008

E se Salvatores ci facesse l'occhiolino?


E se Rino fosse il nostro vicino di casa, quello incasinato, violento e disgraziato?
E se Quattro Formaggi fosse il famoso scemo del paese?
Quello che tutti imitano e che al bar fanno ubriacare per riderci sopra?
E se Cristiano fosse l'adolescente disagiato, sempre silenzioso, quello che sembra così grande invece è solo un ragazzino?

Ecco la presentazione dei protagonisti di Come Dio Comanda, film diretto da Gabriele Salvatores, tratto dal libro di Niccolò Ammaniti e uscito nelle sale il 12 dicembre 2008.

E questo film lascia intatta la straordinarietà di Ammaniti.
Straordinarietà che prevede che tutti i suoi personaggi (il Michele di Io non ho paura o il Cristiano Biglia di Ti prendo e ti porto via) sembrano poter essere i tuoi vicini, quelli che incontri sul pianerottolo o quelli ben etichettati in paese.

Quelle vite che ci raccontano i tg o che vediamo passarci accanto nei nostri paesi, nelle nostre città, nei nostri quartieri.
Ma quando Ammaniti ci racconta che Cristiano è fuori al freddo, ancora assonnato ma costretto dal padre ad uscire dal letto per sparare al cane che è tutta la notte che abbaia, a noi si gelano le mani, sentiamo il naso freddo e la neve nelle scarpe.
Quando ci racconta la casa dove vivono Rino e Cristiano, noi davvero sentiamo il disagio e il freddo delle mura di casa.

E Salvatores per tutto il film non fa altro che strizzare l'occhio a chi ha letto il libro.
Non fa altro che regalarci dei momenti tutti per noi, per chi riesce a completare un pensiero di Quattro Formaggi o di Ramona Superstar.

E' sempre il Salvatores che siamo abituati a vedere, sia chiaro, con i suoi colori, le espressioni dei suoi protagonisti che solo lui sa scovare, i suoi paesaggi e le sue inquadrature e la sua scelta, questa volta, di girare tutto il film con la macchina a mano (con tutto ciò che ne consegue).

E' il Salvatores che sa trovare le giuste atmosfere (piove per quasi tutto il film e all'uscita dal cinema senti davvero freddo), la volontà ad esempio di non farci capire esattamente dove siamo (centro commerciale, villetta a schiera, cava, fiume).

E' il Salvatores che ci propone le musiche dei Mokadelic, straordinariamente non invasive ed inaspettatamente narrative.

E' il Salvatores che ha eliminato Danilo Aprea del libro per dare spazio al rapporto tra padre figlio e per farci entrare in casa dello "scemo del paese" che noi siamo abituati a vedere così lontano da noi, con il nostro bel lavoro (per chi ce l'ha), con le nostre case calde grazie al riscaldamento centralizzato, con le nostre mamme che sfornano dolci per Natale.

Ecco, appunto, per Natale.
Andate a vedere Come Dio comanda.

E risparmiatevi, per questa volta, il cine-panettone.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Al solito sai stupirmi con la tua originalità, semplicità e chiarezza! MMi TTi CCa!
Però, c'è un però...
Anche a me il film è piaciuto tantissimo, ho amato i personaggi, mi sono bagnato sotto la pioggia nella foresta e ho amato la maestria con la quale sono riusciti ad aggiungere togliendo (spero di essere chiaro), ogni fotogramma della pellicola non aveva niente che distraeva lo spettatore dal centro della scena, aggiungere togliendo... tranne nella scenda del negozio di intimo dove c'è una chiara pubblicità ad una nota marca di lingerie... secondo me poteva essere evitato... Comunque consiglio di vederlo a tutti!