Sebbene sia un bel po' che abbia smesso di dedicarmi alla boriosa operazione di costringervi a leggere la mia opinione sui fatti (sempre più spesso opinione sulle opinioni) di attualità politica del nostro paese, oggi non riesco a soprassedere e a far finta di niente.
Non ho mai smesso di tenermi aggiornata, di leggere i giornali (online), di crearmi una coscienza critica nonostante la mia bile poco regga il momento di disperazione in cui tergiversiamo.
Il governo (ma anche l'opposizione) non mi aggrada per nulla.
Ho accarezzato e per brevi periodi attuato la possibilità di smettere di vedere i telegiornali nazionali, di leggere le notizie in rassegna stampa ma...E' più forte di me, non ci riesco, devo sapere cosa succede intorno, dove vivo e cosa devo aspettarmi.
Ho bisogno di capire l'epoca che sto vivendo, di criticarla o di lodarla, consapevole del fatto che il Bed&Breakfast tanto sognato e fatto di orticello, frutteto, animali da cortile e turisti tedeschi non arriverà così facilmente.
Così leggo i giornali.
E la contestazione al leader della CGIL, Bonanni, durante la festa del PD è allarmante.
Non tanto per la contestazione in sè che in un clima come quello che stiamo vivendo ci sta come il cacio sui maccheroni ma per il fatto che dopo la contestazione è scattata la rissa.
Una RISSA: segno inevitabile della tensione, della frustrazione e del senso di disperazione che ci sta attraversando.
Mentre le alte sfere politiche pensano a questa legge elettorale da cambiare, alle intercettazioni e alla riforma della giustizia per sistemare i loro affarucci, affamano un popolo che senza il lavoro in fabbrica è disperato.
Tanto disperato da scaraventarsi addosso una sedia ad una festa di partito.
Non so voi, ma io sono preoccupata.
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