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(Tributo a D. Pennac)



domenica 8 giugno 2008

Bollettino dal fronte n.5

A parte il malore da cui è stato colto durante il congresso.
A parte le castronerie che il suo Ministro alle Pari Opportunità (Mara Carfagna) ha rilasciato sul Gay Pride e sui gay in generale (ma possibile che qualcuno nel mondo ancora dica: "Non li condanno, è una scelta" come se ci fosse da condannare o da scegliere).
A parte che ormai ci ha abituato ad un certo tipo di mentalità che va ben oltre chi non ha i mezzi per potersi permettere certe cose.

Non possiamo fare manifestazioni perchè la Juve retrocede in B e poi fare finta di niente quando il nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dichiara al cospetto del capo supremo, il Papa, "maggiori finanziamenti per le scuole private cattoliche".
Poi se nelle scuole pubbliche mancano i fondi per comprare arisme di carta bianca e colori per i bambini delle scuole materne (faccio miratamente questo esempio perchè mia madre all'IKEA fa man bassa di colori e album per la sua scuola visto che la preside le risponde "Cara maestra Antonietta, non ci sono soldi...Disegnate sui banchi!"...Ha dell'incredibile!), non importa, l'importante è che siano garantite le scuole private.

Ma noi protestiamo solo per la TAV, per gli inceneritori, solo cioè a causa di quella maledettissima logica NIMBY (Not In My Back-Yard, non nel mio giardino) per la quale fino a quando il problema non ci tocca diciamo "Ma che schifo quest'Italia", "Ma che possiamo farci"...
E nemmeno gli insegnanti protestano più. Sono talmente rassegnati che anche mia madre (quella che compra i peluches per i bambini da tenere a scuola, quella che mi ha derubata di tutti i Sapientino Clem Clem per farci lavorare i suoi alunni, quella che ha fatto lavorare mio padre fino all'una di notte per fare il manichino Peppino a cui si smonta lo smontabile per far capire ai più piccoli le diverse parti del corpo...) adesso fa spallucce.

L'altro editto "ligure" (Berlusconi è intervenuto a Santa Maria Ligure, Genova, in occasione del convegno annuale dei giovani imprenditori di Confindistria) riguarda invece le intercettazioni, "il divieto", cioè, "di ordinare ed eseguire intercettazioni, anche nell'ambito di indagini giudiziarie. Un provvedimento da cui saranno escluse, prosegue il premier, solo le inchieste che riguardano la criminalità organizzata, la mafia, la camorra e il terrorismo.
Chi trasgredirà alle nuove norme, spiega ancora il presidente del Consiglio, sarà punito con durezza: "Saranno previsti cinque anni di carcere per chi le eseguirà e chi le propagherà ", dichiara. Aggiungendo che sarà prevista anche "una forte penalizzazione economica per gli editori che le pubblicano". (Repubblica, 7 giugno 2008)

In parole povere, se un giudice durante le sue indagini su criminalità organizzata, mafia, camorra o terrorismo dovesse scoprire qualcosa che va oltre le suddette, non potrebbe utilizzare il registrato come prova. Dovrebbe pedinare, scattare foto o cogliere in flagranza di reato chi è stato intercettato ma non può essere accusato.
Se queste norme fossero state già in vigore negli ultimi anni, "alcuni dei casi di cui giornali e tv si sono maggiormente occupati non sarebbero esistiti, o almeno non avrebbero avuto l'eco mediatica che tutti ricordiamo: da Calciopoli a Vallettopoli, dalla vicenda che portò all'arresto di Vittorio Emanuele di Savoia alle manovre dell'ex governatore Fazio e dei furbetti del quartierino." (Repubblica, 7 giugno 2008)

Eppure il più acceso sostenitore della trovata di Berlusconi è (fuor di dubbio) il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che dichiara: "il 33% dell'ammontare complessivo delle spese della Giustizia è il costo delle intercettazioni. Questo e' un eccesso, occorre porvi rimedio, tutelando la privacy dei cittadini, senza debilitare la forza delle indagini".
Come se fossero i cittadini a non voler essere intercettati.
Ma chi glielo dice ad Alfano che i cittadini lavorano, pagano le tasse, portano i figli a scuola e stentano ad arrivare a fine mese?
E poi, se un "cittadino" si affilia con chi non dovrebbe, è pronto a subirne le conseguenze perchè non ha il potere per cambiare lo stato delle cose.

Chi commette reati ed è Presidente del Consiglio invece si.

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